VALERIA SGARELLA | The Cure (1979-1980)

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VALERIA SGARELLA  Autrice radiofonica, in prestito alla produzione video per il web. O forse, più che in prestito, in comodato d’uso

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Ermetismo. Il mio stile preferito nell’artwork dei mixtape. Stesso cartoncino azzurro per tutti. Stesso pennarello blu. Solo artista e titolo sulla costa – a volte SOLO l’artista. Tracklist compilata in caratteri minuscoli su un unico lato, per non dover splafonare sull’altro. Sennò dramma. La folgorazione per i Cure c’era stata grazie alla Moni, una mia compagna di liceo, tra l’altro neanche un mostro di simpatia. D’altra parte, eravamo dalle Orsoline. Lei mi diceva continuamente DEVI ascoltare i Cure. Poi un giorno mi porta “17 Seconds” (che poi era Seventeen Seconds, scritto per esteso), su cassetta. Una volta a casa, non ho creduto alle mie orecchie, e penso di non aver ascoltato altro per settimane. In loop catatonico. Poi ho dovuto ridargliela, la cassetta. Allora trasmettevo in una radio locale e avevo miriadi di vinili a disposizione. Ho cercato “17 Seconds” e anche Boys Don’t Cry, su consiglio della Moni, che mi aveva indicato un preciso percorso d’ascolto introduttivo alla band (“Non ti venga in mente di ascoltare subito Faith sennò ti ammazzi!). Mi son chiusa in studio e mi son fatta il qui presente mixtape, regolando sapientemente alti e bassi dal mixer. Io e la Moni, che nel frattempo era diventata simpatica, quell’estate siamo state in vacanza studio a Brighton. Dalla mia stanza vedevo i treni dalla stazione diretti a Londra. Gli stessi del video di Jumping Someone Else’s Train. Scherzi del destino.

Boys Don’t Cry è la riedizione americana, con differente tracklist, del debutto Three Imaginary Boys. Faith è il secondo disco della cosiddetta “trilogia dark” dei Cure.

If you walk in the crowd
You won’t leave any trace
It’s always the same
Your jumping someone else’s train